lunedì 24 novembre 2014

lunedì 17 novembre 2014

Gnocchi di patate e segale ripieni di Gruyère e speck

Seconda ricetta per il contest #noiCHEESamo! organizzato dai Formaggi Svizzeri e Tery di Peperoni e Patate e seconda ricetta del cuore. Nella prima ho utilizzato l'Emmentaler DOP, ora è il turno di un altro delizioso formaggio svizzero: Le Gruyère DOP, di cui vi ho parlato qui...
LA ricett che ho scelto è quella degli gnocchi! Di solito si dice: "giovedì gnocchi", ma ogni giorno è buono per prepararli!!! E' una di quelle preparazioni che ho iniziato ad amare fin da bambina, quando io e le mie sorelle li rubavamo dal tavolo prima che nostra mamma li cuocesse, era una tentazione a cui non riuscivamo a resistere :)))
Negli anni ho provato diverse varianti oltre a quelli classici con le patate, che comunque rimangono in cima alla lista di quelli che preferisco. Non sono difficili da preparare, ci vuole solo un po' di esperienza e le patate giuste, preferibilmente quelle vecchie e di montagna. Sono farinose e contengono poca acqua quindi richiederanno poca farina durante la preparazione.



Gnocchi di patate e segale ripieni di Gruyère e speck

Ingredienti per 4 persone

per l'impasto degli gnocchi
700 g circa di patate vecchie
150-200 g di farina di segale
1 tuorlo d'uovo 
sale
un pizzico di noce moscata

per il ripieno
70 g di Le Gruyère DOP, grattugiato
50 g di speck tritato finemente

per condire
burro fuso 
erba cipollina
grana grattugiato a piacere
pepe nero a piacere

Per l'impasto degli gnocchi, cuocere le patate al vapore finché risulteranno ben morbide, passarle allo schiacciapatate (le bucce rimarranno nello schiacciapatate) e lasciarle intiepidire. 
Mentre cuociono le patate preparare il ripieno, unendo Le Gruyère e lo speck in una ciotola.
Su una spianatoia versare circa la metà della farina, mettere la purea di patate, il tuorlo d'uovo, la noce moscata e un bel pizzico di sale. Impastare unendo la restante farina (potrebbe non essere necessario unirla tutta), senza lavorare troppo il composto o sarà necessario aggiungere altra farina con il risultato di avere degli gnocchi duri...  Se siete alle prime armi con gli gnocchi, vi consiglio di cuocerne velocemente uno di prova per capire se la consistenza è quella voluta ;) Sulla spianatoia infarinata formare dei rotoli del diametro di circa un paio di cm e ricavare delle palline. Prendere una pallina per volta e formare un incavo al centro e riempirlo con il ripieno. Trasferire su un vassoio ben infarinato. Proseguire fino ad esaurire gli ingredienti. Cuocere in una pentola capiente e in abbondante acqua salata. Quando gli gnocchi verranno a galla, cuocere per 3-4 minuti, scolare delicatamente con lo scolagnocchi e versare in un tegame che possa contenere gli gnocchi in un solo strato, e in cui avrete ridotto il burro color nocciola. Far insaporire velocemente e impiattare. Cospargere con l'erba cipollina tagliuzzata con delle forbici e, a piacere, con grana grattugiato.



Con questa ricetta partecipo al contest dei Formaggi Svizzeri e di Peperoni e Patate


martedì 4 novembre 2014

Tortelloni fritti con Emmentaler DOP e patate, su crema piccante di peperoni rossi

Finalmente sono riuscita a preparare la prima ricetta per il contest #noiCHEESEamo, ideato da Formaggi dalla Svizzera e  Tery di Peperoni e Patate, E' il terzo contest dei Formaggi Svizzeri ed è la seconda volta che partecipo :)
I formaggi protagonisti di questa edizione sono Le Gruyère DOP e l'Emmentaler DOP.
Le Gruyère DOP prende il nome dalla zona di produzione, che è tutta la regione attorno al comune di Gruyères, nel Canton Friburgo, nella parte occidentale della Svizzera. Le sue origini sono molto molto antiche, pensate che risalgono al 1115!!! Si tratta di un formaggio a pasta dura prodotto con latte crudo fresco (per una forma di 35 Kg occorrono 400 litri di latte). La pasta è di color avorio, leggermente umida, morbida, poco friabile e di media durezza. Le mucche da cui viene munto il latte, si nutrono di erba fresca dei pascoli durante l'estate e di fieno durante l'inverno. Il processo per ottenere Le Gruyère dura diversi mesi, durante i quali la forma viene spazzolata e lavata con acqua salata. L'umidità che si crea, permette alle muffe di svilupparsi dalla crosta verso l'interno, ed è proprio questo processo che dona al formaggio il suo gusto unico, salato, fruttato e aromatico, che ritrovate nella buonissima fondue, di cui è il protagonista indiscusso!
La bontà di questo formaggio è dovuta certamente alla materia prima eccellente ma anche alla sapiente lavorazione dei casari... niente additivi per Le Gruyère!!! Si può trovare in diverse varianti: dolce, semisalato, salato o surchoix.

L'Emmentaler DOP ha una storia altrettanto antica ed è considerato il Re dei Formaggi Svizzeri. E' vicino di casa del Gruyère, visto che nasce nel confinante Cantone di Berna. Viene anch'esso prodotto con latte vaccino crudo, proveniente da mucche che vengono nutrite solo con erba fresca e fieno.
Nella versione classica il colore è giallo oro (ma può diventare giallo scuro/marrone nelle altre versioni più stagionate e sapide) e il gusto è dolce e di noci. La stagionatura è di almeno 4 mesi per la versione classica, fino agli oltre 12 mesi per quello maturato in grotta.
Con il Gruyère ha in comune l'utilizzo del latte crudo, l'altissima qualità e genuinità della materia prima e l'abilità di chi lo produce. Le forme dell'Emmentaler hanno un peso minimo di 75 Kg fino ad arrivare a quello massimo che è di 120 Kg di peso, quindi, sono molto più grandi rispetto a quelle del Gruyère, che vanno dai 25 ai 40 Kg al massimo. Rispetto al più sapido Gruyère, l'Emmentaler ha un gusto dolce di noci e si distingue subito per la sua caratteristica più famosa: i buchi!!!
Solitamente l'Emmentaler viene consumato crudo, ma vi garantisco che anche cotto è delizioso. Entrambi non possono mancare in un piatto di degustazione di formaggi svizzeri!!!

Per la prima delle due ricette che ho deciso di preparare, ho utilizzato l'Emmentaler DOP.
L'ho già scritto un sacco di volte, e pazienza se mi ripeto ;) ma la pasta fresca e quella ripiena, sono le preparazioni che amo di più: amo prepararle e amo mangiarle. E poi, sono legate a tanti meravigliosi ricordi della mia infanzia e adolescenza... Sono ricette che ho nel cuore :)
In Sardegna, regione d'origine di mia mamma, si preparano i deliziosi Culurgiones di patate. Chi ha avuto modo di assaggiare quelli cucinati come si deve, non li dimentica più! Quelli che preparava mia mamma erano spettacolari. La cottura tradizionale avviene, come per quasi tutta la pasta ripiena, tramite lessatura in acqua bollente salata. Ma nelle famiglie, almeno in quella di mia mamma, qualche Culurgiones si friggeva, e noi sorelle ce li rubavamo a vicenda... Provate a friggere la pasta ripiena, anche se non sono Culurgiones, non ve ne pentirete!!!



Tortelloni fritti con Emmentaler DOP e patate, su crema di peperoni piccante

Ingredienti per 25-30 pezzi

per la sfoglia

110 g di farina 0
1 uovo
un goccio di olio extravergine d'oliva

per il ripieno

una patata grande del peso di 250 g circa o due più piccole
80 g di Emmentaler DOP, grattugiato
sale e pepe

per la crema di peperoni rossi

2 peperoni rossi medio-piccoli
olio extravergine d'oliva
un piccolo peperoncino fresco rosso piccante, privato dei semi e tritato
sale

olio extravergine d'oliva per  friggere

Preparare la sfoglia, creando una fontana con la farina su una spianatoia di legno. Versare le uova al centro e l'olio. Mischiare le uova con una forchetta, unendo poca farina per volta, continuare la lavorazione aiutandovi con una spatola poi con le mani, fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Avvolgere in pellicola per alimenti e lasciar riposare per almeno mezz'ora.
Per il ripieno, cuocere la patata ben lavata, immergendola in acqua fredda leggermente salata. Passare allo schiacciapatate (non è necessario pelarla, la pelle rimarrà nello schiacciapatate), mettere in una ciotola e lasciar raffreddare Unire l'Emmentaler, mescolare e regolare di sale e pepe. Coprire e mettere in frigorifero.
Per il condimento, abbrustolire i peperoni interi (ben lavati e asciugati) su fuoco basso, posizionati sopra ad una gratella spargifiamma, girandoli man mano che ogni lato sarà abbrustolito, avendo l'accortezza di fare lo stesso anche con la base e la punta, facendo attenzione a non scottarvi (aiutatevi con una pinza)! Mettere i peperoni in un sacchetto di quelli per la congelazione (serve per facilitare la rimozione della pelle), chiudere e lasciar intiepidire. Eliminare tutta la pelle abbrustolita. Dividere a metà con un coltello, sgocciolare da liquido interno e tamponare con carta assorbente da cucina. Eliminare il picciolo, i semi e i filamenti bianchi. Tagliare a pezzi e mettere nel bicchiere del frullatore ad immersione insieme al peperoncino. Frullare unendo l'olio a filo, fino a raggiungere la consistenza desiderata, che dovrà essere come una crema abbastanza densa. Assaggiare e regolare di sale. Coprire e mettere in frigorifero.
Stendere la sfoglia ad uno spessore di 1,5 mm circa. Non stendetela troppo sottile, altrimenti rischierete di far uscire il ripieno durante la frittura. Ritagliate dei quadrati di 6 cm di lato e mettete al centro di ognuno una pallina di ripieno. Chiudere a tortello unendo due dei quattro angoli opposti del quadrato, facendo leggermente pressione con le dita intorno al ripieno per far aderire bene la sfoglia e per far uscire l'aria. Unire le due punte alla base del triangolo che avrete ottenuto, formando il tortello. Proseguire fino ad esaurimento della sfoglia.
Riscaldare un cm circa d'olio in una padella di 20 cm di diametro e friggere 7-8 tortelli per volta, su tutti i lati, finché saranno ben dorati. Sgocciolare su carta assorbente da cucina e posizionare su un cucchiaino da finger food (come in foto) in cui avrete versato poca crema di peperoni. Servire subito e... buon appetito!!!


Con questa ricetta partecipo al contest organizzato da Formaggi Svizzeri e Tery di Peperoni e Patate


lunedì 27 ottobre 2014

Lasagna alla segale, con ragù d'anatra, cipolle caramellate e vellutata all'arancia e zenzero

Trovare sua Maestà La Lasagna come ricetta della sfida di Ottobre dell'MTC, mi ha reso felice, anzi di più!!!
Amo mettere le mani in pasta da quando ho iniziato a cucinare per piacere (quindi in età già "adulta"), perché vedere come uova e farina si trasformano con il lavoro delle mani, mi dà gioia e soddisfazione come poche altre cose in cucina :) E risveglia i dolci ricordi del lavoro sapiente di mani esperte e appassionate della mia famiglia.
Detto questo, non posso che ringraziare Sabrina, vincitrice del mese di Settembre dell'MTC per la sua graditissima scelta, per aver condiviso la sua esperienza e quella della sua mamma, e per essere una persona che: "..va a sentimento...", perché il sentimento e la passione, sono, per me, il motore della cucina!!!

Nell'ultimo periodo preparo spesso la sfoglia con la farina di segale. E' un gusto che conosco da sempre visto che, dove sono nata, in Valtellina, il pane tipico è una sorta di ciambella bassa, che viene chiamata semplicemente "segale". La crosta di questo pane è sottile e croccante e la mollica morbida e molto alveolata. E' un pane meraviglioso da farcire, per preparare panini gustosi con gli altri deliziosi prodotti della valle, come bresaola e Scimudin. Ma anche da solo è stupendo.
Della farina di segale, che è una farina povera di glutine e proteine, amo il sapore un po' rustico che dona al risultato finale, e trovo che si sposi a meraviglia con i ragù di carne, in questo caso d'anatra, ma anche con i condimenti di verdure.





Lasagna alla segale, con ragù d'anatra, cipolle caramellate e vellutata all'arancia e zenzero


Ingredienti per 4 persone

per il ragù d'anatra

4 cosce d'anatra
1 cipolla rossa piccola, tritata finemente
1 carota, tritata finemente
1 gambo di sedano, tritato finemente
50 g di pancetta di maiale, tritata finemente
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
mezzo bicchiere di vino bianco secco
1 foglia d'alloro
3-4 bacche di ginepro
1 pezzetto di anice stellato
1 chiodo di garofano
300 g di polpa di pomodoro
 un pizzico di zucchero
sale e pepe q.b.

per il brodo d'anatra

poco olio extravergine d'oliva
gli ossi delle cosce d'anatra, ben ripuliti
una carota tagliata a pezzi 
un gambo di sedano tagliato a pezzi
una cipolla media tagliata a metà
qualche grano di pepe nero

per la cipolla caramellata

1 cipolla rossa media, tagliata ad anelli di 3-4 mm di spessore
un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
un cucchiaino di aceto balsamico di Modena
un cucchiaino di zucchero di canna
sale e pepe q.b.


per la sfoglia

150 g di farina di segale
150 g di farina bianca 0
3 uova

per la vellutata all'arancia e zenzero

1 litro circa di brodo vegetale (preparato con sedano, carota e cipolla)
la scorza di una piccola arancia non trattata
3 cm di zenzero fresco, pelato e grattugiato
120 g di burro 
130 g di farina bianca
sale e pepe q.b.

per il condimento

1 cipolla rossa (possibilmente di Tropea)
un goccio di aceto balsamico di Modena
un cucchiaino raso di zucchero di canna
un pizzico di sale
un pizzico di pepe

100 g di Pecorino dolce pepato, grattugiato grossolanamente
70 g di Parmigiano grattugiato


Iniziare preparando il ragù, magari il giorno prima. Disossare le cosce d'anatra, eliminando anche la pelle, e cercando di non lasciare carne attaccata all'osso. Passare al tritacarne la polpa ottenuta e mettere in frigorifero. Il peso della polpa che ho ricavato io era di 750 g circa. Con le ossa, preparate il brodo che servirà per il ragù, Mettere le ossa in una casseruola in cui avrete versato un filo d'olio. Unire la cipolla, con la parte tagliata rivolta verso il fondo della casseruola, poi carota, sedano e pepe. Far rosolare a fuoco medio, girando gli ossi ogni tanto, finché non saranno ben dorati. Unire 1,5 litri d'acqua circa, abbassare il fuoco e far sobbollire per un'ora circa, schiumando quando necessario. Trasferire il brodo in un contenitore, filtrandolo attraverso un colino. Farlo raffreddare immergendo il contenitore in acqua e ghiaccio poi trasferirlo in frigorifero. 
In una casseruola, possibilmente in ghisa o in coccio, e su fuoco medio, far rosolare il trito di carota, sedano, cipolla e pancetta con l'olio finché sarà morbido. Unire la carne tritata, alzare la fiamma e far rosolare anche la carne, poi sfumare con il vino bianco. Mettere alloro, ginepro, anice stellato e pepe in una garzina, chiudere con spago da cucina e aggiungere alla carne. Unire anche la polpa di pomodoro e un pizzico di zucchero. Abbassare la fiamma al minimo (io metto anche una retina spargifiamma) e far sobbollire, semicoperto, per un'ora e mezza circa, unendo il brodo, precedentemente sgrassato e riscaldato, se il ragù dovesse asciugarsi troppo e regolare di sale e pepe. A fine cottura dovrà risultare morbido e non asciutto.
Per preparare la cipolla caramellata, mettere olio e cipolla in un padellino e cuocere su fuoco dolce, mescolando ogni tanto, per 5-7 minuti circa, unendo poca acqua se si dovesse asciugare. Unire l'aceto e lo zucchero e far caramellare. Regolare di sale e pepe. Far raffreddare e tenere da parte.
Per preparare la sfoglia e stenderla con il matterello, vi riporto le indicazioni date al tempo delle tagliatelle. Però, nel caso della lasagna, non stendete l'impasto troppo sottile, la sfoglia della lasagna si deve sentire! Un millimetro circa di spessore va bene.

"La dose della farina è indicativa, perchè dipende dalla sua capacità di assorbimento e dalle dimensioni delle uova, che andrebbero utilizzate a temperatura ambiente. Per prima cosa setacciare la farina per darle aria, formare la fontana e mettere al centro le uova (sgusciate a parte, e preferibilmente a temperatura ambiente), batterle con una forchetta, iniziando ad amalgamare poca farina per volta per addensarle, evitando che, rompendo l'anello, scappino fuori... Coprire le uova con la restante farina e, aiutandovi con una spatola che va inserita sotto il composto, cercate di ammassarlo. Mettete in una ciotola e coprire (per evitare la formazione della crosta che comprometterebbe il risultato finale). Lavatevi le mani per eliminare i residui di pasta che si sono seccati, e che potrebbero provocare forellini nella sfoglia, e pulite anche la spianatoia. Riprendete l'impasto e lavoratelo, facendolo rotolare velocemente premendolo verso l'esterno, (non schiacciatelo mai verso il basso), fino ad ottenere un composto liscio al tatto. Non lavoratelo troppo a lungo se vi piace la sfoglia un pò ruvida....  Durante la lavorazione, dovete fare attenzione a tenere il centro (la parte con le pieghe) sempre coperto, altrimenti rischiate di trovari con un buco e una ciambella. Raccogliete le pieghe al centro e premete. Rimettete l'impasto nella ciotola con la parte delle pieghe verso il basso, coprite e lasciate riposare almeno 20-30 minuti. Questo passaggio è necessario per far rilassare il glutine che si sarà formato durante la lavorazione, e che rende l'impasto elastico. Così sarà molto più semplice stendere la sfoglia con il matterello!
Munitevi di matterello e tiriamo la sfoglia. Mai usato il matterello?  Ecco le regole da rispettare ... non tenere mai le mani parallele al tavolo, perchè schiacciereste solo la sfoglia senza tirarla, anzi, potrebbe attaccarsi alla spianatoia. Tenete i polsi rasenti al piano, e spingete il matterello verso l'esterno con le mani, dai polsi alle punte delle dita. Questo è il movimento corretto, che farà estendere la vostra sfoglia, inoltre lavorerete su una superficie più ampia.
Riprendete l'impasto dalla ciotola e mettetelo sul tagliere con la parte delle pieghe verso il basso, e cominciate a stendere con il movimento verso l'esterno, ruotando ogni volta la sfoglia di pochi gradi, finchè l'impasto non sarà abbastanza grande da tenerne la metà fuori dal tagliere. D'ora in poi, sposterete la sfoglia arrotolandola sul matterello. La prima parte da assotigliare è il centro, quindi arrotolate la sfoglia sul matterello, e premendo muovetelo avanti e indietro, ripetendo il movimento almeno tre volte. Sollevatela, giratela, srotolatela e cercate di recuperare uno spessore omogeneo. Osservate la sfoglia, si muove verso l'esterno? Bene, state lavorando correttamente! Se invece il cerchio non si allarga, c'è qualcosa che non va... o la sfoglia si è attaccata al tagliere e non si allarga, o il movimento con il matterello lo state facendo verso il basso e non verso l'esterno! Potrete rimediare staccando l'impasto dal tagliere nel primo caso, o correggendo il movimento nel secondo, ma non perdetevi d'animo! Quando avrete raggiunto lo spessore desiderato, che di solito è piuttosto sottile (ma seguite il vostro gusto) fermatevi, e lasciate la sfoglia stesa sul tagliere ad asciugare, fino a quando piegandola e premendola, riuscirete a tagliarla con un dito come si farebbe con un tagliacarte."


Per preparare la vellutata, in un pentolino portare quasi al bollore il brodo vegetale con la scorza d'arancia e lo zenzero, spegnere il fuoco, coprire con il coperchio e lasciar riposare per 10 minuti circa. Questo passaggio farà in modo che il brodo si insaporisca bene con gli aromi.
Fondere il burro in una casseruola capiente su fuoco basso, unire la farina e cuocere, mescolando con un cucchiaio di legno per 5-6 minuti. Unire il latte, poco alla volta per evitare la formazione di grumi, e mescolare con una frusta. Portare al bollore su fuoco medio, senza smettete di mescolare. Quando la salsa inizia ad addensarsi, continuare la cottura per 10 minuti circa, sempre mescolando. Insaporire con sale e pepe, coprire con pellicola per alimenti a contatto, per evitare la formazione della crosticina.
Tagliare la sfoglia con una rotella tagliapasta in rettangoli delle dimensioni circa della teglia di cottura (la mia è di 20x30 cm circa). Sbollentarle in acqua bollente, passarle in acqua fredda e farle asciugare su uno strofinaccio da cucina pulitissimo. 
Preriscaldare il forno a 180°C.
Per comporre la lasagna, versare poca vellutata sul fondo della teglia e spalmarla uniformemente. Mettere la prima sfoglia, poi il ragù d'anatra, la vellutata, un po' di Pecorino fresco e un po' di Parmigiano.


Ripetere gli strati, facendone anche uno con la cipolla caramellata, fino a riempire la teglia. Dopo aver messo l'ultima sfoglia, versare la vellutata e poco ragù, mescolandoli leggermente. Cospargere con del Parmigiano ed infornare per 20-25 minuti circa (il mio Amore vuole sempre una leggere crosticina...). Sfornare e lasciar riposare 10 minuti prima di servire.



Mi sono avanzati sia del ragù che della sfoglia, giusti per una porzione di tagliatelle :)
Buon appetito!!!

mercoledì 15 ottobre 2014

lunedì 6 ottobre 2014

Crema di carote, zenzero e cumino

Questa crema l'ho preparata la prima volta durante l'estate, quando le carote danno il meglio, ma è perfetta in ogni periodo dell'anno. E' una ricetta di semplice esecuzione e veloce, ma non per questo meno buona! Nel libro viene servita nelle tazzine da caffè ed è un'idea che trovo deliziosa :) Visto che io non ho così tante tazzine da caffè (che neanche bevo perché non mi piace...), ho optato per dei bicchierini.
La ricetta proviene da quello che è diventato uno dei miei libri preferiti: The Party Food Bible di Lisa Eisenman Frisk e Monica Eisenman



Ingredienti per circa 20 bicchierini

1 cipolla media, pelata e affettata
1 spicchio d'aglio schiacciato
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
600 g di carote pelate e affettate
2 cucchiai di zenzero fresco, pelato e grattugiato
2 cucchiaini rasi di curry in polvere (per me metà dolce e metà piccante)
½ cucchiaino raso di semi di cumino pestati
1 litro di brodo di pollo o di verdure
sale e pepe q.b.

yogurt greco (o panna acida) 
coriandolo per guarnire

In una casseruola capiente, rosolare la cipolla e l'aglio con l'olio extravergine, per pochi minuti e su fuoco medio. Unire le carote, lo zenzero, il curry e il cumino e mescolare. Versare il brodo e portare al bollore, poi cuocere su fuoco moderato per 15 minuti circa o finché le carote saranno tenere. Trasferire la zuppa in un frullatore o utilizzare quello ad immersione, e frullare fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea. Regolare di sale e pepe. A questo punto, potete raffreddare la crema e conservarla in frigorifero fino a 2 giorni o nel congelatore fino a 2 mesi. Se la servite subito, versatela nei bicchierini o nelle tazzine da caffè e aggiungete un po' di yogurt (o panna acida), e decorate con una fogliolina di coriandolo. Servire tiepida oppure a temperatura ambiente.

Potete anche servirla, in un piatto fondo o in una ciotola, in porzioni più abbondanti, come apertura di una cena, anche formale: sarà graditissima.


Con le spezie regolatevi secondo il vostro gusto, il curry può essere più o meno piccante, l'aglio può abbondare, se lo gradite. Così come il cumino, ma fate attenzione perché il suo gusto è abbastanza deciso...

lunedì 8 settembre 2014

Mini-Bagels


La prima ricetta dopo quasi tre mesi di assenza... Eh sì, sono proprio una foodblogger part time, di quello verticale, però!!!! Il motivo è che spesso, con l'estate, la mia voglia di cucinare va in vacanza. Anzi, ad essere più precisi, è la voglia di blog, cioè: cucinare-fotografare-scrivere che va in vacanza Perché la mia cucina non chiude (quasi) mai, lavora a ritmo ridotto ma non chiude... :)
Amo il cosiddetto cibo finger food, sia per  il suo effetto scenico dovuta alla presentazione, che per la sua praticità nel mangiarlo, ma soprattutto perché mi diverto da matti a prepararlo!!!
La ricetta di oggi l'ho preparata qualche mese fa, prima del periodo "pigro", ed è stupenda, così come è stupendo il libro da cui proviene, di cui mi sono perdutamente innamorata!!! Ho apportato qualche piccola modifica, come la diminuzione della quantità di lievito (allungando i tempi di lievitazione) il gusto ci guadagna.
Questi mini-bagels sono perfetti per un aperitivo, e si prestano a svariate interpretazioni :)


MINI- BAGELS
liberamente tratto da The Party Food Bible di Lisa Eisenman e Monica Eisenman

Ingredienti per circa 20 pezzi

125 ml di latte fresco tiepido
un cucchiaino raso di lievito di birra secco 
1 cucchiaino e ½ di olio di semi di girasole (io di arachidi)
1 cucchiaio scarso  di miele (dal gusto neutro come un millefiori)
1 cucchiaino di sale fino
90 g di farina di segale
60 g di farina bianca forte (per me una semplice 00)

2 litri d'acqua
1 cucchiaio e ½ di sale

1 uovo sbattutto
semi di sesamo e semi di papavero

Versare il latte in una ciotola capiente, unire il lievito, l'olio, il miele e il sale. Miscelare insieme le due farine, poi aggiungerne la maggior parte al resto degli ingredienti. Lavorare l'impasto a mano o a macchina, finché sarà liscio e morbido, unendo la restante farina, se necessario. Se impasterete a mano, saranno necessari 10 minuti circa, a macchina meno. Trasferite l'impasto su una spianatoia infarinata e dividetelo in 20 pezzi. Formate, con ciascun pezzo, dei rotoli lunghi 10 cm. Formate degli anelli, unendo bene le estremità pizzicandole. Questo è un passaggio importante... Cercate di saldare bene le due estremità o rischierete che i bagel si aprano in cottura, come è successo a me con alcuni. Mettere gli anelli sopra ad un teglia rivestita con carta forno. Coprire e far lievitare per 40 minuti circa. Preriscaldare il forno a 200°C. Versare l'acqua in una casseruola, portarla al bollore ed unire il sale. Cuocere pochi bagel per volta per 1-2 minuti poi prelevarli con una schiumarola, facendoli sgocciolare bene. Posizionarli sopra ad una teglia rivestita con carta forno (va bene quella su cui li avete fatti lievitare), spennellarli con l'uovo sbattuto e rivestirli con il sesamo o i semi di papavero. Cuocere per 15 minuti circa o finché saranno ben dorati.



Trasferire su una gratella e lasciar raffreddare. I bagel si possono  conservare per un giorno in un contenitore a chiusura ermetica o in congelatore fino a tre mesi.
Poco prima di servirli, tagliateli a metà e  se volete tostateli,  e farciteli con formaggio spalmabile, salmone affumicato ed erba cipollina. Qeusta è una farcitura classica, male possibilità sono praticamente infinite|

Note personali. 
- quando fate i rotolini non andate oltre i 10 cm di lunghezza, come giustamente indicato nella ricetta,  altrimenti i bagel non verranno belli cicciotti, ed è così che devono essere! Se osservate la prima delle due foto qui sopra, noterete che il bagel in basso a destra è bello cicciotto, mentre quello in basso a sinistra meno...
- potete anche scegliere la strada della doppia lievitazione.  La prima dopo avere impastato gli ingredienti, la seconda dopo aver formato i bagel. Saranno ancora più buoni.
- usate un miele dal gusto delicato, per non squilibrare il gusto finale.

Oggi, dopo la pausa estiva, riparte anche il blog dello Starbook.. vi aspettiamo!!!

venerdì 16 maggio 2014

Almond croquants

Questi dolcetti croccanti li avevo già preparati qualche mese fa e li avevo regalati per Natale. Mi erano piaciuti, ma avevo deciso che la volta successiva li avrei modificati un po', per adattarli di più al mio palato. Nella ricetta originale, tratta dallo stupendo libro À la Mère de Famille: Artisanal Recipes di Julian Merceron, c'è un po' troppo zucchero per i miei gusti, che amo i dolci, basta che non siano troppo dolci ;) Ed è per questo motivo che spesso a "tagliare" lo zucchero rispetto alla ricetta originaria! Poi ho letto che il contest di Stefania alias Fornostar, per fortuna, era stato prorogato fino al 17 Maggio, così ho deciso che questa sarebbe stata la ricetta per lei :) Stefania è una persona dotata di energia, vitalità e bravura da vendere, ma è anche dolce e sensibile... L'ho conosciuta dal vivo quasi due anni fa, e l'ho rivista altre volte, quindi, non posso far altro che confermare le sensazioni iniziali... è una forza della natura, peccato che viva così lontana!!! Se poi vi dovesse capitare di sentirla cantare... beh, non perdetevi lo spettacolo!!!
Ho deciso che avrei sglutinato e arricchito gli Almond Croquants per lei, sperando che siano di suo gradimento :) Ho diminuito lo zucchero, sostituito la farina bianca con quella gluten free di tapioca, a cui ho unito del cacao amaro. Ho aggiunto anche della scorza di arance, per profumare e dare un po' di carattere ai dolcetti. Con queste modifiche, i Croquants mi sono piaciuti ancora di più!


da una ricetta modificata di À la Mère de Famille: Artisanal Recipes di Julian Merceron,

Ingredienti per 45 pezzi circa

110 g di albumi (circa 3 albumi medi)
210 g di zucchero
75 g di farina di tapioca
1 cucchiaio raso di cacao amaro in polvere
2 cucchiai scarsi di scorze di arance candite, tritate
190 g di mandorle a lamelle

In una ciotola capiente, mescolare gli albumi con lo zucchero, poi unire la farina di tapioca setacciata insieme al cacao, sempre mescolando. Aggiungere le scorze d'arancia e le mandorle, mescolando delicatamente, per evitare di rompere le mandorle.
Preriscaldare il forno a 190°C. Rivestire due teglie da forno con carta forno, poi, usando un cucchiaino, versare il composto formando dei mucchietti ben distanziati tra loro, perché il composto si allargherà in cottura. Cuocere per 15 minuti circa o finchè saranno ben dorati. Sfornare e lasciar raffreddare nella teglia senza toccare i croquants, altrimenti si romperanno! Quando saranno freddi, staccarli con delicatezza e conservarli in un contenitore ermetico, come per i biscotti.
Si possono aromatizzare in tanti altri modi, ad esempio con: acqua di rose, essenza di vaniglia, zenzero candito...



Con questa ricetta partecipo al contest Per un pugno di Mandorle


...e visto che, per una volta, mi sono ricordata di pubblicare una ricetta Gluten Free di venerdì, partecipo anche al 100% Gluen Free Fri(Day)


venerdì 2 maggio 2014

Viennese Tartlets

Queste Tartellette alla marmellata sono semplicemente fantastiche. Sono uno dei dolci più buoni e semplici del genere mai preparati. Vedere l'espressione di chi le assaggia, vi farà capire cosa intendo... La prima reazione di un "giovane uomo" è stata: "Ho trovato il mio dolce preferito"!!!
La ricetta l'avevo adocchiata e desiderata subito, quando, con le amiche Starbookers, avevamo testato il libro Delia's Cakes e Annarita, Starbooker per un mese, le aveva provate. Stefania, con il suo post, mi ha ricordato che non le avevo ancora provate, così ho dovuto rimediare... 
Questi dolcetti hanno una consistenza friabilissima e si sciolgono in bocca...


VIENNESE TARTLETS

Ingredienti per 12 pezzi

175 g di burro morbido
60 g di zucchero a velo, più quello per spolverare
un cucchiaino di estratto di vaniglia
150 g di farina autolievitante*
40 g di amido di mais
4 cucchiai di confettura di ciliegie (o un'altra a piacere - io ho utilizzato quella di mirtilli)

* se non trovate la farina autolievitante, preparatela voi, setacciando 500 g di farina con una bustina di lievito per dolci e conservatela in un contenitore a chiusura ermetica. Ne avrete sempre una scorta pronta all'uso ;)

Mescolare burro, zucchero e vaniglia, in una ciotola, aiutandovi con un cucchiaio di legno, finché otterrete un composto morbido e cremoso. Unire la farina e l'amido setacciati, mescolando sempre con il cucchiaio di legno, fino ad avere un composto morbido e compatto. Distribuire l'impasto in 12 stampini da muffin, rivestiti con dei pirottini di carta, aiutandovi con un cucchiaio. Con il dorso inumidito di un cucchiaino, premere al centro dei pirottini, creando una fossetta profonda  due terzi dell'altezza. Infornare a 180° C per 20 minuti circa, o fino a doratura. Al centro saranno ancora morbidi ed è giusto così. Sfornare, lasciar intiepidire per 15 minuti, poi distribuire la marmellata nelle fossette. Lasciar raffreddare completamente, quindi spolverizzare con zucchero a velo e conservare in un contenitore a chiusura ermetica. A casa mia sono durati molto meno di 24 ore! Provandole capirete il perché!!!


venerdì 18 aprile 2014

BUONA PASQUA

Siccome arrivo sempre in ritardo per fare gli auguri... questa volta gioco d'anticipo...

BUONA PASQUA A TUTTI!!!

Se avete voglia di provare una ricetta nuova durante queste festività, magari da portare per la classica gita di Pasquetta, vi consiglio la Pinza Pasquale Triestina: stupenda!!!




martedì 15 aprile 2014

Poori con lingua di vitello in insalata

Cristiana Beuf à la mode, la vincitrice dell'MTC di Marzo con il suo soufflé, e la Ale , con la sua mente sempre in fermento, della serie: 100 ne pensa e 1000 ne fa (ma come faccia a fare tutto, non riuscirò mai a capirlo!!!) sono state coraggiose nella scelta della "ricetta" di questo mese. Sì, perché per la più istruttiva, divertente e folle sfida della blogosfera culinaria... l'MTC, questo mese si cucina il Quinto Quarto!!! E a me piacciono le persone coraggiose ;)
Con il quinto quarto ho sempre avuto un rapporto problematico... Iniziato quando, a tradimento e da ragazzina, mi fecero assaggiare i testicoli del toro... è stato traumatico! E non solo perché da ragazzina ero parecchio difficile nei gusti. Non so se sia stato questo episodio la causa del mio rapporto difficile con i tagli del quinto quarto, ma non amo il fegato, le cervella e le frattaglie varie.... anche se, per quelle di pesce, faccio un'eccezione. Ma adoro i tagli come la guancia di manzo e la lingua, anche se quest'ultima è stata una scoperta molto più recente... Ed è proprio sulla lingua di vitello che ho deciso di "buttarmi"! In due versioni. La prima ve la propongo oggi :)



POORI CON LINGUA DI VITELLO IN INSALATA

Il Poori o Puri è un tipo di pane fritto della cucina indiana. La ricetta che mi ha ispirato, è il Pani Poori (dove Pani è il condimento e Poori è il pane), in cui questi pani vengono serviti farciti con patate, piselli e spezie, e un'acqua aromatizzata con altre erbe e spezie, anche piccanti, e con il tocco agrodolce di un chutney, solitamente di mango. Ma ho trovato tantissime varianti, a partire dalle farine utilizzate per preparare il poori in cui però, la presenza del semolino è quasi sempre un punto fisso. C'è chi mette il baking powder, chi la soda, chi l'olio e chi no. Insomma, come ogni ricetta della tradizione, anche in India quasi ogni famiglia ha la sua versione originale... Il nome della preparazione varia con il variare della zona in cui si prepara. Si può trovare anche sotto il nome di Golgappa o Puchka.
La ricetta che ho seguito io proviene dal libro: "India in cucina" di Pushpesh Pant, che è una Bibbia della cucina indiana, con oltre 1000 ricette! Qui, oltre al semolino, sono previsti: la farina integrale, il burro chiarificato, il sale e l'acqua.

Ingredienti 

per 25-0 poori circa (6 cm di diametro)

65 g di farina integrale + q.b. per infarinare
70 g di semolino
2 cucchiai di burro chiarificato (io ho usato olio di arachidi)
acqua tiepida
sale (mia aggiunta)
Burro chiarificato o olio per friggere ( per me olio di semi di arachidi) 

Mescolare le farine in una ciotola capiente insieme al sale. Aggiungere il burro chiarificato (o l'olio) e amalgamarlo con le mani, poi incorporare acqua sufficiente a formare un composto sodo. Formare una palla e mettere a riposare in una ciotola, coperto da uno canovaccio umido per almeno 30 minuti.
L'utilizzo della farina integrale rende l'impasto un po' difficile da lavorare, tende a non stare insieme, ma non dovete aggiungere troppa acqua, perché il composto dovrà risultare piuttosto sodo, ma il riposo aiuterà la lavorabilità. In compenso il gusto sicuramente ci guadagna ;)


Prendere dei pezzetti dall'impasto gradi come delle grosse biglie e appiattirli con un matterello, per ottenere dei dischi di circa 6 cm di diametro, sottili ma non troppo. La ricetta li prevedeva del diametro di 4 cm, io ho preferito farli un po' più grandi per farcirli meglio. Volendo, si può stendere l'impasto in una sfoglia con il matterello e ricavare dei dischi con un coppapasta.
In una padella per fritti (per me il wok) portare il burro (o l'olio) a 180°C, o finché un dado di pane non scurisce in 30 secondi, quindi ridurre un poco la fiamma. Procedendo in serie, friggere i dischi, pochi per volta, per circa uno  o due minuti, finché saranno gonfi e dorati, quindi scolare e far asciugare dall'unto in eccesso su carta assorbente da cucina. Non tutti i poori si sono gonfiati a dovere, poi ho scoperto che sarebbe meglio, non appena i dischi sono stati fatti scivolare nella padella, premerli leggermente con il ragno per fritti ;) Sarà utile per la prossima volta, perché ci sarà sicuramente... è stato amore a prima vista per questi poori!
I poori si conservano bene in una scatola di latta per almeno tre giorni, probabilmente anche di più, ma i miei sono finiti prima

per la lingua di vitello in insalata

200 g circa di lingua di vitello, già cotta*
1 patata di media grandezza, lessata
mezza cipolla rossa, se di Tropea meglio ancora
 60 g circa di ceci cotti 
olio extravergine d'oliva q.b.
aceto bianco di vino q.b.
prezzemolo fresco tritato finemente q.b.
sale e pepe q.b.

Ricavare una dadolata di circa 1 cm dalla lingua, dalle patate e dalla cipolla. Eliminare la pellicina dai ceci e dividerli a metà. Mischiare il prezzemolo tritato con l'olio. In una ciotola capiente mettere tutti gli ingredienti precedentemente prepararti, versare l'olio al prezzemolo e  poco aceto e mischiare delicatamente, regolando di sale e pepe. Preservare in frigorifero e lasciar insaporire per alcune ore. 

*per la lingua di vitello lessata 

1 lingua di vitello (la mia pesava 1 Kg circa - peso lordo)
1 carota grande, tagliata a pezzi grossi
due scalogni, tagliati a metà
un gambo di sedano, tagliato a pezzi
una foglia d'alloro
una fetta di limone (non trattato)
qualche grano di pepe nero


Lavare accuratamente la lingua sotto l'acqua corrente fredda, strofinandola con del sale fino, per eliminare eventuali residui di cibo. In una pentola a pressione, mettere a bollire dell'acqua sufficiente a coprire bene la lingua, unendo carota, scalogni, sedano, alloro, limone e pepe nero. Al bollore aggiungere la lingua, chiudere la pentola e cuocere per 1 ora e 20 - 1 ora e 30 minuti dal fischio (abbassando il fuoco al minimo). Togliere dal fuoco, far sfiatare bene la valvola della pentola prima di aprirla, poi lasciar intiepidire la carne nell'acqua di cottura. Incidere la pelle ed eliminarla. Verrà via senza problemi. Eliminare anche il brodo che sarà molto grasso e non utilizzabile per altre preparazioni. Preservare in frigorifero per le successive preparazioni.

Composizione del piatto. Prendere un poori per volta e con un dito (andrebbe usato il pollice!) picchiettare la superficie, rompendola, per ricavare una ciotolina che andrà riempita con la lingua in insalata.


Si possono farcire con qualche ora d'anticipo. Sistemare sul piatto di portata e servire durante l'aperitivo.










Con questa ricetta partecipo all'MTC n. 38 :)))




E al contest di Monique Miel & Ricotta




giovedì 10 aprile 2014

Omelette alla Provenzale


Torta...? Più o meno... E' una "torta" con l'accento francese e shabby chic... Ricetta e considerazioni li trovate tutti qui, nel blog Starbooks con il libro di Aprile :))))

martedì 8 aprile 2014

Gamberi allo zenzero, aglio e prezzemolo (Stir-fried Persillade Prawns)

Sarà per la voglia che a volte manca, sia quella di cucinare, che quella di fotografarescriverepostare... Sarà che ogni tanto ho bisogno di "staccare" dal blog, sarà che la vita ha il sopravvento e il tempo vola, sarà per non so cos'altro... Ma questo mio piccolo spazio è rimasto abbandonato per un mese!!! 

Riapro i battenti con una ricettina veloce e semplice, ma non per questo meno buona di altre più elaborate :) Anzi, è ricca di sapori e profumi, ed è pure dietetica, se userete l'acqua al posto dell'olio. E' perfetta anche per gli amici celiaci, sempre con l'accortezza di controllare le etichette!
E' stata la nostra cena di una decina di giorni fa, che ho servito sopra del profumato riso Thai. C'è stata la richiesta di bis, ma i gamberi erano finiti...
Qualche parola sulla Persillade che caratterizza questa ricetta. E' un condimento a base di aglio e prezzemolo tritati con aggiunta di olio extravergine d'oliva, così chiamato in Francia, ma che è presente anche in Italia (penso alla gremolada milanese per condire gli ossibuchi, a cui si aggiunge anche la scorza di limone grattugiata) ed in altri paesi. Si presta ad infinite declinazioni, aggiungendo altre erbe aromatiche, ma anche pangrattato per usarla come gratinatura per la carne. Basta lasciar lavorare la fantasia, ma non eliminate l'aglio, al massimo diminuitene la dose, come faccio spesso io ;)
La prossima volta metterò anche il limone!



STIR-FRIED PERSILLADE PRAWNS
da Quick Stir-Fried Recipes, Ken Hom

Ingredienti per 4 persone (se serviti come aperitivo, per 2 persone come secondo)

500g di gamberi
2 cucchiaini di sale
450ml di olio di semi di arachidi o acqua (per la versione light...)
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva

per la marinata

1 albume
2 cucchaini di amido di mais (Maizena)
1 cucchiaino di olio di sesamo
sale e pepe bianco

per la Persillade

2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino e ½ di zenzero fresco, pelato e tagliato a pezzetti
1 spicchio d'aglio piccolo, tagliato a pezzetti
½ cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di cipollotti tritati finemente
1 cucchiaio scarso di coriandolo fresco tritato
2 cucchiai scarsi di prezzemolo fresco tritato
sale e pepe q.b.

Pulire i gamberi togliendo il carapace poi, con un coltellino affilato, praticare una fessura sul dorso del gambero, ed eliminare il filo intestinale con la punta del coltellino. Lavare i gamberi in acqua fredda con un cucchiaino di sale, sgocciolare e ripetere l'operazione. Scolare bene e asciugare con carta da cucina.
Unire tutti gli ingredienti della marinata in una ciotola, unire un cucchiaino di sale e ½ di pepe bianco. Aggiungere i gamberi, mescolare, e far marinare per 20 minuti circa in frigorifero.
Mettere tutti gli ingredienti della Persillade in un mixer o in un frullatore, e lavorare solo il tempo necessario ad ottenere un trito fine. Se usate il frullatore, attenzione a non ridurre tutto in purea...
Se usate l'olio per cuocere i gamberi, riscaldate il wok, o una padella capiente su fuoco medio-alto, poi versare l'olio. Quando l'olio sarà molto caldo, togliere il wok dal fuoco ed unire i gamberi (sgocciolandoli dalla marinata), mescolando per evitare che si attacchino. Quando cambieranno colore diventando bianchi, dopo 2 minuti circa, scolarli bene con un colino ed eliminare l'olio.
Se usate l'acqua (versione light;) invece dell'olio, portarla a bollore in un wok o in una padella, togliere subito dal fuoco e procedere come con la cottura in olio.
Pulire il wok (o la padella) con carta da cucina, scaldarlo nuovamente, e quando sarà ben caldo. versare il cucchiaio di olio extravergine d'oliva. Appena l'olio sarà caldo, rimettere i gamberi nel wok e cuocere mescolando per 20-30 secondi. Unire anche la persillade e mescolare bene. Trasferire sul piatto da portata e servire subito!

martedì 4 marzo 2014

Cake alla zucca e salvia

Se vi dico questi ingredienti: farina, zucca, burro e salvia... che piatto vi viene in mente? Gnocchi alla zucca...? Sì, ma no solo quelli...


La ricetta la trovate qui, sul blog dello Starbooks :)))

lunedì 24 febbraio 2014

Strudel alle banane e mele con salsa toffee

Sono ufficialmente entrata nel "vortice"... grazie a Mari Lasagnapazza, la bravissima vincitrice dell'MTChallenge di Gennaio. Mari non ha proposto una, ma ben due ricette, una dolce e l'altra salata, per la sfida n. 36 dell'MTChallenge
La settimana scorsa ho preparato lo Strudel al radicchio e zucca con Skordalià, oggi è il turno di quello dolce :)
Non volevo stravolgere troppo la ricetta dello Strudel originale, quello con le mele, che amo particolarmente e di cui ho un ricordo ben vivo, grazie ad alcune brevi vacanze trascorse a Corvara... sono ghiottissima di dolci con le mele! Nel ripieno sono finite le banane con le mele, le noci Pecan, i datteri, un po' di amaretti e altri profumi... Il tutto accompagnato da una dolce salsa Toffee.




Strudel alle banane e mele con salsa Toffee

Ingredienti 

per la sfoglia (come da ricetta di Mari)

150 g di farina 00
100 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
un pizzico di sale

per il ripieno

3 banane medie
1 mela Golden (o Renetta)
80 g di zucchero di canna
3 cucchiai di Cognac
40 g di noci Pecan 
30 g di datteri essiccati non zuccherati, tagliati a pezzetti
30 g di pangrattato
30 g di amaretti secchi, sbriciolati finemente
30 g di burro
la scorza di ½ arancia (non trattata), grattugiata
1 cucchiaino di zenzero in polvere
20 g di burro fuso, per spennellare la sfoglia
zucchero a velo, per la superficie

per la salsa Toffee, 350 ml circa  (da una ricetta di Paul Gayler, leggermente modificata)

180 g di zucchero di canna
100 ml di panna fresca
100 g di burro 
1 cucchiaio di Cognac
½ cucchiaino di essenza di vaniglia
4 o 5 cucchiai di yogurt greco (o panna acida)

Per preparare la sfoglia, vi riporto le indicazioni di Mari:
Scaldate l'acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l'olio e versate a mano a mano l'acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l'acqua, togliete l'impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l'impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz'ora. Nel frattempo accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°C, modalità statica.
Per preparare il ripieno, fate sciogliere i 30 g di burro in un padellino antiaderente, unite il pangrattato e gli amaretti sbriciolati e fate imbiondire. Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire in una piccola ciotola, poi aggiungete la scorza d'arancia e lo zenzero. Mettete da parte. In un altro ciotola capiente, mettete le noci Pecan i datteri e lo zucchero. Unite la mela, lavata, sbucciata, detorsolata, tagliata in quarti e affettata allo spessore di 3 mm circa. Unite anche le banane sbucciate, divise a metà per il lungo, e affettate allo spessore di 3-4 mm circa. Unite anche il Cognac e mescolate delicatamente.


Per stendere la sfoglia vi riporto le indicazioni di Mari:
Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinate leggermente la tovaglia, prendete l'impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l'esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia, dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa 50 cm per lato. Siccome i bordi saranno rimasti un po' più spessi, passate con le dita lungo tutta l'estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.


Disponete sulla sfoglia il composto di pangrattato e amaretti, e sopra il ripieno di banane e mele, lasciando liberi 2 cm circa dal bordo. 


Per arrotolare lo strudel, sollevate la sfoglia e arrotolandola con sul ripieno, aiutandovi con la tovaglia. Dopo due giri di sfoglia, ripiegate i lembi esterni verso il centro, poi continuate ad arrotolare la sfoglia fino alla fine.

Scusate per la scarsa qualità della foto... ho dovuto usare l'autoscatto :(

Trasferite lo strudel su una placca da forno imburrata (il mio forno è 75 cm, così ho potuto usare una teglia grande, senza dover piegare lo strudel o metterlo di traverso ;), spennellate la superficie dello strudel con il burro fuso ed infornate per 30-40 minuti, finché la superficie dello strudel sarà dorata ma non scura. Sfornate e lasciate raffreddare.
Per preparare la salsa, mettete lo zucchero di canna, la panna e il burro a pezzetti in una casseruola dal fondo pesante. Cuocete su fuoco dolce, mescolando con un cucchiaio di legno, finché il burro e lo zucchero si saranno sciolti. Alzate la fiamma e portate ad ebollizione, sempre mescolando, poi abbassate la fiamma e cuocete per 5-6 minuti. Togliete dal fuoco e unite l'essenza di vaniglia e il Cognac. Lasciate intiepidire poi unite lo yogurt (o la panna acida), mischiando bene. Servite con lo strudel e godetevi questo momento :)
La salsa Toffee (o salsa al caramello), si conserva in frigorifero fino a 10 giorni, ma senza l'aggiunta dello yogurt. Per servirla va riportata a temperatura ambiente aggiungendo lo yogurt prima di servirla.

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