martedì 30 ottobre 2012

Lasagne di grano saraceno con i formaggi svizzeri

Da qualche anno vivo vicino alla Svizzera, le mie origini sono (anche) in Valtellina, dove sono nata, proprio a pochi Km dalla Svizzera. C'è anche un passato storico comune tra Valtellina e Svizzera, quando, nel Medioevo, la Valtellina fu annessa ai Grigioni. Inoltre, ho una sorella che vive a Lugano ... Insomma, la Svizzera è piuttosto ricorrente nella mia storia familiare!
Quando ho letto da Tery di Peperoni e Patate, del contest organizzato insieme ai Formaggi dalla Svizzera non ho resistito: adoro i formaggi!!! Tra i tre formaggi disponibili, ho scelto Sbrinz ed Emmentaler, entrambi AOC (l'equivalente svizzero della nostra DOP). Vi riporto qualche informazione sull'origine di questi antichi formaggi.
Lo Sbrinz è un formaggio a pasta extradura prodotto nella Svizzera centrale. Si ottiene ottiene da latte crudo di mucche di razza bruna, che pascolano liberamente, e vengono nutrite esclusivamente da erba in estate e fieno in inverno. La lavorazione avviene solo attraverso procedimenti naturali, che prevedono, oltre al latte crudo, solo acqua e particolari colture di batteri. Ogni forma di Sbrinz, è dotata di un marchio di caseina, che costituisce il passaporto del formaggio, su cui sono indicati: anno di produzione, caseificio e numero progressivo della forma. Lo Sbrinz si può consumare a partire dai 18 mesi di stagionatura e si presta, sia ad essere gustato da solo, in purezza, ma anche grattugiato o affettato in scaglie, secondo la sua stagionatura.
Anche l'Emmentaler viene prodotto esclusivamente in modo naturale con latte crudo. L'origine del nome deriva dalla zona di produzione, una valle situtata nel Cantone di Berna, la Valle dell'Emme, dove scorre l'omonimo fiume. Gli alpeggi di pascolo delle mucche, si trovano in posizione più bassa rispetto a quelli della fascia alpina, ciò consente il prolungamento del periodo di pascolo, con la conseguente maggior produzione di latte. In commercio si trova in tre stadi diversi di stagionatura: "Classic", stagionato almeno 4 mesi e dal gusto dolce che ricorda la noce; "Reserve" stagionato almeno 8 mesi e dai sentori speziati; "Grotta", stagionato almeno 12 mesi, dal gusto pieno e vigoroso.
I caratteristici buchi si formano durante la fase di maturazione del formaggio. Il calore della cantina induce un particolare processo di fermentazione da cui origina anidride carbonica. La crosta del formaggio impedisce la fuoriuscita dell'anidride, che si deposita in punti diversi, formando i caratteristici buchi, che hanno dimensioni variabili da quelle di una ciliegia, a quelle di una piccola noce.
Proprio per i motivi che ho scritto all'inizio del post, la scelta della ricetta da preparare è stata quasi immediata... una reinterpretazione dei Pizzoccheri Valtellinesi, in una veste diversa... le lasagne.
Il risultato di questa sperimentazione ha completamente soddisfatto me e la mia famiglia, che è sempre le mia "cavia" preferita, e che non disdegna le critiche che, in questo caso, sono state molto positive :-)

Ingredienti per 4-6 persone

per la sfoglia
125g di farina di grano saraceno
125g. di farina bianca 00
1 uovo intero
un cucchiaino d'olio exv d'oliva
acqua tiepida q.b.

per la besciamella arricchita
½ litro di latte intero fresco
40g di burro
40g di farina bianca 00
30g di Sbrinz grattugiato
sale e pepe q.b

per il ripieno
3 patate medie
350g di cavolo verza bianco tagliato a strisce grossolane
150g di Emmentaler tagliato a pezzetti
80g di Sbrinz grattugiato

Pesteda per la finitura (facoltativa) vedi
qui.

Mescolare le due farine, l'uovo e l'olio exv. Iniziare ad impastare, unendo tanta acqua quanta ne occorre per ottenere un impasto più morbido di quello dei Pizzoccheri, simile a quello della normale pasta all'uovo (saranno necessari 10 minuti scarsi), formare una palla e coprire con pellicola per alimenti. Ho cambiato le proporzioni delle farine, ed ho unito l'uovo e l'olio rispetto alla ricetta tradizionale dei Pizzoccheri, perchè per le lasagne volevo ottenere una sfoglia sottile, difficilmente ottenibile altrimenti.
Per il ripieno: lavare, pelare e tagliare le patate a cubetti di 1,5 - 2 cm di lato. Cuocerle insieme alla verza, in abbondante acqua bollente salata, per 10-15 minuti. Scolare e lasciar raffreddare.
Preparare la besciamella facendo fondere il burro in una pentola a fuoco basso, unire la farina e amalgamare. Versare il latte, mescolando con una frusta, facendo attenzione che non si
formino grumi. Quando la salsa inizia a sobbollire, cuocere per almeno altri 5 minuti circa, poi unire lo Sbrinz grattugiato e tenere in caldo a bagnomaria.
Stendere l'impasto in una sfoglia sottile (a mano con il matterello o con la macchina, penultima tacca), infarinando bene la spianatoia, e tagliare in strisce a misura della pirofila (20x30cm). Versare un velo di besciamella arricchita (non è la Mornay perchè, in questo caso, ci vorrebbero anche i tuorli d'uovo) sul fondo della pirofila, coprire con un primo strato di sfoglia, versare un pò di salsa, poi le verdure, l'Emmentaler e spolverizzare con lo Sbrinz. Ripetere l'operazione fino ad esaurimento degli ingredienti (io ho ottenuto tre strati). Sull'ultima sfoglia di pasta, mettere solo un velo di besciamella e spolverizzare con lo Sbrinz. Cuocere in forno a 190°C per 20-25 minuti circa, fino ad avere una crosticina dorata sulla superficie. Lasciar riposare 5-10 minuti e servire con della Pesteda (facoltativa).
Buon appetito!

Con questa ricetta partecipo al contest "La Svizzera nel piatto"

venerdì 26 ottobre 2012

Il pane dolce del Sabato per l'MTC di Ottobre

Se mai le scatenate ragazze di Menù Turistico, Ale, Dani e Giorgia, dovessero stilare una classifica su chi pubblica sempre all'ultimo minuto (o quasi), il post per l'MTC, io sarei sul podio... :-))) L'unica volta che l'ho fatto in anticipo, è stato per le Tagliatelle, ma solo perchè quel mese sono stata io a proporre la ricetta... :-)))
Ogni volta mi ripropongo di mettermi all'opera subito, ma non ci riesco mai... Il tempo vola, ed io guardando il calendario, mi accorgo che il 28 è vicinissimo...
La dolce Eleonora, la vincitrice di Settembre con la sua versione askenazita della Pasqualina, ha scelto per questo mese il Pane dolce dello Shabbat, cioè il pane del giorno del riposo per il popolo ebraico, che è il Sabato. Anche se, da quello che letto, il (o lo?) Shabbat, inizia con il tramonto del Venerdì, e termina con quello del Sabato. Tra le varie categorie di azioni vietate nel giorno dello Shabbat, ci sono: impastare, setacciare e cuocere. E' proprio per questo che, il pane dolce dello Shabbat, andrebbe preparato il Venerdì, per essere mangiato il Sabato.
Ammetto di avere una scarsa conoscenza delle tradizioni e della cultura ebraica, nonostante io abbia un cognato ebreo americano, ma uno dei libri che più mi hanno colpito da piccola, è stato il "Diario di Anna Frank", che mi sono proposta di leggere nuovamente.

L'impasto da preparare per questo pane è quello di Eleonora, con la possibilità di variare la farina, mentre sul ripieno, ci si può sbizzarrire, utilizzando però solo ingredienti Kasher. Eleonora ha dato le dosi per due pani, ma io ne ho preparato uno. Ho utilizzato, sul totale, un 20%  di farina d'orzo integrale che avevo in dispensa, perchè mi piace molto nel pane, e la farina 00 invece della 0, perchè era convinta di averne in casa ancora di tipo 0, ma non era così! L'utilizzo di una percentuale di farina d'orzo integrale, ha fatto sì che io abbia aumentato leggermente la quantità di acqua, perchè questo tipo di farina richiede un pò più di liquidi... quanto in più? Sono andata a occhio, quindi regolatevi in base alla vostra esperienza.




Per una treccia ripiena
Per l'impasto
200 g di farina 00
50 g di farina d'orzo integrale
1 uovo medio (circa 60-62 gr con il guscio)

50 g di zucchero
10 g di lievito di birra
65 ml di acqua tiepida (circa)
65 ml di olio extra vergine d'oliva
5 g di sale
i semini di un baccello di vaniglia
Per il ripieno e la finitura


1 mela Golden grattugiata
1 cucchiaio di miele greco di Timo
un cucchiaio di nocciole tritate
1 tuorlo d'uovo piccolo
½ cucchiaio d'acqua
semini vari (zucca, sesamo, papavero, girasole e pinoli) per decorare

 

Prima cosa da fare: setacciare le farine. Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a ½ cucchiaino di zucchero (preso dal totale), e far riposare 10 minuti circa, finchè si sarà formata la schiuma. Mischiare le farine, il sale e lo zucchero, unire il lievito ed iniziare ad impastare. Versare l'olio a filo, i semini di vaniglia, infine l'uovo, incorporandolo bene all'impasto. Lavorare l'impasto finchè si staccherà dalle pareti della ciotola, lasciandola pulita. Far lievitare almeno due ore. Io ho messo l'impasto in una ciotola leggermente infarinata, l'ho coperto con un canovaccio umido,e l'ho fatto lievitare in forno a 30°C. Ho temuto che non lievitasse, perchè dopo un'ora dava pochi segni di vita... ma poi è andato tutto bene! Lavare, sbucciare e grattugiare la mela in una ciotola, dove avrete già messo il cucchiaio di miele e le nocciole, quindi amalgamare. Sgonfiare l'impasto e dividerlo in tre parti uguali.
Stendere le parti con un matterello, in strisce lunghe 35 cm circa e larghe 15 cm circa, ad uno spessore di 3-4 mm. Versare il composto di mele e miele al centro (lasciando libero 1,5 - 2 cm alle estremità), e arrotolare su tutta la lunghezza, in modo da ottenere tre lunghi salsicciotti. Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare (vedere le foto da Eleonora). Adagiare la treccia su foglio di carta forno e far lievitare ancora due ore (per me sempre in forno, coperto, a 30°C). Sbattere il tuorlo con ½ cucchiaio d'acqua, e spennellarlo, delicatamente, sulla superficie della treccia. Spolverare ogni "gobba" con i semi di zucca, sesamo, papavero e pinoli. Infornare a 200°C , funzione statico, per 15-20 minuti.


Con questa ricetta partecipo all'MTC di Ottobre.



mercoledì 24 ottobre 2012

"Buffalo chicken wings" ovvero... "Ali di pollo alla Buffalo" per lo Starbooks di Ottobre



Con la puntata di oggi si chiude lo Starbooks di Ottobre, e per chiudere questo mese con il sempre più amato libro di Martha Stewart: "Martha's American Food" A celebration of our nation's most treasured dishes, from coast to coast che mi ha aperto un mondo nuovo sulla cucina made in USA, ho scelto una ricetta decisamente rappresentativa del mangiare americano, quello buono, ovvero le "Buffalo chicken wings". A casa mia le alette di pollo vanno alla grande perchè accontentano tutti, ragazzi e adulti... Sono buonissime, golose, semplici e veloci da preparare e, perchè no, anche economiche!
Il libro di Martha Stewart, è stato una gran bella scoperta, tanto che l'ho riempito di segnalibri... :-))) Cucinare seguendo un libro affidabile è decisamente rilassante...

La Stewart scrive che, molti nativi di Buffalo, vi diranno che il piatto ha avuto i natali all'Anchor Bar di Buffalo, NY. Successivamente, in tutta la città, i ristoranti che si sono specializzati nel cucinare e proporre le ali di pollo cucinate così, si sono moltiplicati... Come nell'originale, anche in questa versione le ali di pollo vengono immerse in una salsa piccante (Frank's RedHot sauce) e burro. Se preferite, potete aggiungere più salsa per salire un gradino più su nella scala del piccante! Dopo tutto, l'accompagnamento obbligato è con la salsa al Blue Cheese e bastoncini di sedano croccante (e carote), che sono proprio pensati per alleviare la piccantezza del piatto. Confermo!!!
Per completare il menù di oggi, passate anche da: 
- Menuturistico - Sweet potatoes pie
- La Apple Pie di Mary Pie - Zesty crab cakes
- Arabafelice - Pike Place Fish and Chips
- Andante con gusto - Maple bundt cake
- Arricciaspiccia - Skillet cornbread
- Vissi d'arte e di cucina - Pigs in a blanket
- La Gaia Celiaca - Caramelized onion dip and onion crisps + Corn muffins
- Lechategoiste -  Stuffed mushrooms

Buffalo Chicken Wings

tra parentesi le mie note

Ingredienti per 4 persone
olio neutro, come l'olio di cartamo, per friggere (io ho usato l'olio di semi di arachidi)
1,4 Kg di ali di pollo
170 ml circa di salsa piccante (come la Frank's RedHot*)
60g di burro fuso

Per servire

salsa al Blue Cheese**
bastoncini di sedano
bastoncini di carote

*Frank's RedHot sauce. Siccome non avrei proprio saputo dove trovare questa salsa in Italia, Stefania l'Arabafelice, mi è venuta in aiuto, inviandomi la ricetta di una sua collega americana... Grazie Stefania!
Eccola:
Mettere 20 peperoncini rossi piccanti (ad alcuni ho eliminato un pò di semi) in un pentolino antiaderente con 3 cucchiai d'olio (exv), un cucchiaino di sale (fino), 2 spicchi d'aglio tritati (io li ho messi interi poi li ho eliminati), un pomodoro a cubetti (l'ho spelato e ho eliminato i semi), e una cipolla media tritata. Cuocere per qualche minuto su fuoco medio poi unire mezzo litro circa di acqua. Proseguire la cottura ancora per 20 minuti o finchè il liquido sarà evaporato quasi completamente. Far raffreddare la salsa e frullare con un frullatore ad immersione (o con un robot da cucina), unendo circa 200ml di aceto bianco (io ne ho messo meno perchè avevo paura che diventasse troppo "acetosa"). Assaggiare e regolare di sale. Conservare in un barattolo e far riposare in frigorifero qualche giorno prima di utilizzarla, ma è buona anche subito (io l'ho utilizzata subito).

Piccola premessa, la Stewart non spiega com preparare le ali di pollo per la cottura, per ve lo scrivo per chi non le avesse mai cucinate..
Preriscaldare il forno a 100°C. Riempire una padella capiente con 2.5cm d'olio, riscaldare su fuoco medio alto fino a 190°C, misurando la temperatura con un termometro adatto. Friggere la prima parte di pollo finchè sarà dorato scuro; ci vorranno 6-7 minuti per lato. Trasferire su carta forno e mettere in forno per tenere in caldo (io prima ho fatto asciugare le alette su carta assorbente da cucina). Riportare l'olio in temperatura (se necessario), prima di cuocere il restante pollo.
In una ciotola capiente mescoalre insieme la salsa piccante e il burro fuso. Unire il pollo e mescolare bene per rivestirlo di salsa. Servire le ali con la salsa al Blue Cheese e i bastoncini di verdure.

**Blue Cheese Dipping Sauce


Ingredienti per circa 500ml  di salsa

250ml di panna acida
2 cucchiai di maionese
2 cucchiai di latte
½ cucchiaino da tè di sale grosso (per me fino)

150g circa di formaggio Blue Cheese sbriciolato (un Gorgonzola naturale o il Roquefort vanno bene)


In una piccola ciotola, mescolare insieme la panna acida, la maionese, il latte e il sale, quindi unire il Blue cheese (vedi ingredienti). Mettete in frigorifero, coperta, fino al momento di servire. Si conserva fino a 2 giorni. E' buonissima!!!

Note personali. Il pollo era delizioso, morbidissimo, succulento e... piccante! Temevo che la piccantenzza della salsa potesse coprire i sapori, ma non è stato così! Il consiglio della Stewart di accompagnare le alette con la salsa al Blue cheese (che poi è l'abbinamento tradizionale), è azzeccatissimo e piacevolissimo... La freschezza della salsa fa da estintore :-)

Buon appetito e arrivederci a Novembre con lo Starbooks... siete curiosi...???

mercoledì 17 ottobre 2012

"Zuppa di vongole del New England" e "Frittelline di mais e cipolle" per lo Starbooks di Ottobre parte seconda...

Era da tempo che volevo provare la "New England clam chowder", ovvero la "Zuppa di vongole del New England". Era una di quelle (moltissime) ricette presenti nella mia lista "to do" (un pò scritta, un pò mentale), ma che, per un motivo o per l'altro, non ero ancora riuscita a preparare. Questa lista è lunga, il tempo poco, e ogni tanto mi dimentico pure qualcosa...
L'occasione è arrivata con lo Starbooks di Ottobre e con il libro "Martha's American food" di Martha Stewart, su cui si trova, nella sezione Northeast, la ricetta di questa deliziosa zuppa!
Ne esistono diverse versioni, ma la presenza del bacon, della cipolla, delle patate e della panna e/o latte sono una costante. Non pensate di eliminare il bacon, perchè il binomio carne- pesce & Co. non vi attira, è proprio il bacon che dà carattere a questa zuppa! Provate e poi mi direte....

La Stewart, spiega l'origine di questa zuppa introducendo il discorso con questa frase, che, soprattutto nel caso degli USA, più vera non potrebbe essere: "Come la maggior parte di noi, la zuppa di pesce ha radici altrove..." Poi continua dicendo che, sebbene la "chowder" abbia avuto origine in Francia (la parola chowder deriva da chaudière, il nome del calderone usato dai pescatori per cucinare il pescato del giorno), è arrivata in Gran Bretagna e poi, atttraverso la costa canadese, ha raggiunto il suolo americano. Le prime notizie certe della presenza di questa preparazione in America, risalgono al 1732, e circa un secolo dopo, la New England clam chowder, si è diffusa grazie alle eccellenti varietà di ostriche e molluschi a disposizione lungo tutta la costa. La "zuppa cremosa" divenne presto, ed è rimasta, la versione più famosa d'America.

Il menù completo di oggi prevede anche, dalle altre Starbookers:

- La Apple Pie di Mary Pie con il "Tamale Pie"
- Arabafelice con il "Coconut cake"
- Lechategoiste  con i "Oatmeal raisin cookies"
- Andante con gusto e il "Buttermilk Fried Chicken"

- Arricciaspiccia con "Indian Pudding"
- Vissi d'arte e di cucina con la "Torta di ananas rovesciata"
- Menuturistico e l'Hamburger"
- La Gaia Celiaca con il "Caramel Corn Ice Cream"


New England clam chowder


Ingredienti per 4-6 persone

5 dozzine di vongole Littleneck*, selezionate (scartare quelle con i gusci rotti)
750ml di acqua
30g di bacon tagliato in striscioline di 2,5cm
1 cucchiaio di burro non salato (facoltativo)
½ cipolla grande, tagliata a dadini

1 grossa patata, pelata e tagliata a dadini di 1cm circa

1 rametto di timo

1 foglia d'alloro secca

sale grosso e pepe macinato fresco

125ml di panna (% di grassi tra il 30 e il 40 %)


*La qualità di vongole utilizzate nella ricetta è la "Littleneck",  una varietà di grandi dimensioni rispetto alle nostre. Si possono sostituire con le veraci, aumentando la quantità indicata nella ricetta (1Kg abbondante va bene).


Lavare le vongole sotto acqua corrente fredda, con una spugna abrasiva o con una spazzola vegetale (io le metto a bagno in acqua fredda salata per almeno 1 ora, poi le raccolgo con una schiumarola così l'eventuale sabbia rimarrà sul fondo). Mettere i 750ml d'acqua e le vongole in una pentola media, coprire e portare a bollore. Cuocere finchè le vongole si saranno aperte, da 5 a 6 minuti. Raccogliere le vongole con la schiumarola ed eliminare quelle chiuse. Filtrare il brodo attraverso un colino a maglie fitte, rivestito con un filtro da caffè o con un telo di cotone ben pulito, in una ciotola graduata. Si dovrebbe ottenere 1lt. circa di liquido. In caso contrario unire dell'acqua fino a raggiungere il litro. Quando le vongole si saranno raffreddate abbastanza da poterle maneggiare, rimuovere ed eliminare la conchiglia, e tritare la polpa grossolanamente (con le veraci non è necessario!). Lavare ed asciugare la pentola. Cuocere il bacon a fuoco medio per 3 minuti circa, finchè sarà chiaro e dorato e avrà perso un pò del suo grasso. Aggiungere del burro se non c'è grasso a sufficienza sul fondo della pentola. Unire la cipolla e cuocere finchè sarà trasparente, per 3 minuti circa, mescolando spesso. Rimettere il brodo nella pentola con la patata, il timo, l'alloro, ed aggiustare di sale e pepe (fate attenzione perchè il brodo delle vongole è già saporito...). Portare ad ebollizione, ridurre il fuoco e far sobbollire finchè la patata sarà tenera ma non sfatta, ci vorranno da 6 a 8 minuti. Se si preferisce una zuppa più densa, schiacciare un pò le patate contro il bordo della pentola. Aggiungere le vongole e la panna e cucoere solo per il tempo necessario a riscaldarle, 1 minuto circa, perchè la zuppa non deve bollire. Aggiustare di sale e pepe e servire subito.
Note personali.
La zuppa è veramente squisita; il bacon gli dona carattere senza essere invadente, così il piatto risulta ben equilibrato nei sapori. Io ho messo troppe poche vongole, perchè non conoscevo la varietà Littleneck, quindi mettete tutto il Kg che ho indicato ed andrà bene. Ho schiacciato un pò le patate, ma la zuppa è rimasta ancora abbastanza liquida, infatti le mie vongole affondavano... Vi consiglio di usare un minipimer e frullare grossolanamente la zuppa prima di unire la panna e le vongole.


Per oggi ho scelto anche un'altra ricetta... gli "Hush puppies". Il nome mi incuriosiva parecchio, e Stefania mi ha spiegato che viene usato per indicare i i cani Bassett Hound...!!! Siccome non volevo certo farvi pensare male... ho seguito i suggerimenti che mi sono stati dati sulla "traduzione" del titolo da chi ne sa più di me, quindi ecco le:

Frittelline di mais e cipolle



 Ingredienti per 4 persone
120g di farina gialla di mais (tipo fioretto)
60g di farina 00
1 cucchiaino da tè di zucchero
1 cucchiaino da tè di lievito in polvere
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio
sale grosso (per me tritato)
¼ di cucchiaino da tè di peperoncino Cayenne (per me peperoncino normale)
1 cipolla media
1 grosso uovo
250ml di buttermilk*
2 lt. circa di olio vegetale o olio di arachidi per friggere (per me di arachidi e ne ho usato meno, utilizzando un tegame medio)

* quando mi serve il latticello lo compro nella vicina Sivzzera, dove si trova facilmente. Stavolta non l'avevo, così ho seguito il consiglio di Ale, e ho mischiato, in parti uguali, latte fresco parzialmente scremato con yogurt magro compatto.

Preriscaldare il forno a 95-100°C. Mischiare insieme in una ciotola la farina di mais gialla (fioretto), la farina 00, lo zucchero, il lievito in polvere, il bicarbonato di sodio, 1 cucchiaino da tè di sale grosso e il peperoncino. Grattugiare la cipolla con una grattugia a fori larghi in un'altra ciotola capiente, dovreste ottenere circa 3 cucchiai di trito, e utilizzare anche il succo delle cipolle. Unire l'uovo, il latticello* e amalgamare. Unire il composto alla miscela di mais mischiando solo il necessario per incorporare tutti gli ingredienti, lasciando i grumi. La pastella dovrà essere più spessa di quella dei pancakes (molto densa!). Scaldare l'olio a 180°C in una grande pentola dal fondo pesante, l'olio deve essere profondo 10 cm circa, e versarvi un cucchiaio di pastella per ogni frittella (dopo le prime frittelle che erano troppo grosse, ho preferito utilizzare un cucchiaino). Friggere girando le frittelle ogni tanto, finchè saranno di un colore dorato scuro. Ci vorranno da 4 a 5 minuti. Sgocciolarle su carta assorbente da cucina per far perdere l'unto in eccesso, trasferirle su una teglia da forno, e infornare per tenerle in caldo mentre si cuociono le altre frittelle, riportando l'olio a temperatura (io, appena prima di versare il composto, abbasso il fuoco, e lo rialzo subito dopo. Così facendo, si riesce a controllare meglio la temperatura dell'olio, che gioco-forza si abbassa quando si inserisce la pastella). Teminare la cottura e servire caldo.

Note personali.
Le frittelle mi sono riuscite al secondo tentativo. La prima volta avevo ottenuto una pastella troppo liquida, e le frittelle sono risultate intrise d'olio... Ho capito che il problema era dovuto al latticello, che io avevo preparato troppo liquido... una volta aggiustato il tiro, non ho più avuto problemi, quindi regolatevi in modo da ottenere una pastella ben densa :-). La ricetta mi è piaciuta ma senza entusiasmarmi, ma è una questione di gusti, senza nulla togliere alla sua validità.


Aggiornamento 27/02/2013

Starbooks Redone: le ricette provate da voi

Mari - Lasagnapazza
http://lasagnapazza.blogspot.it/2012/12/hush-puppies.html


mercoledì 10 ottobre 2012

Starbooks di Ottobre: Martha Stewart e il suo "American Food": "Hazelnuts cookies" (Biscotti alle nocciole)

Con lo Starbooks di Ottobre, vi portiamo direttamente negli States, a casa della universalmente conosciuta Martha Stewart. Il suo "American Food" è un libro che mette subito allegria e voglia di provare tante ricette... La cucina americana è un melting pot, visto che ha subito le influenze dei numerosi popoli che lì vi hanno trovato casa. Quindi non stupitevi se troverete anche ricette che vi suonano familiari come i "maccheroni"...

La prima ricetta che vi propongo è di biscotti,  alle nocciole per la precisione. Adoro la frutta secca e le nocciole in particolar modo, quindi, quando ho visto sul libro questa ricetta, ho "dovuto" assolutamente provarla :-)))
Questa ricetta nel libro rientra in quelle dell'Ovest degli Stati Uniti perchè, come spiega la Stewart, è nello stato dell'Oregon (3% della produzione mondiale) che si trovano le migliori nocciole del mondo (io quelle dell'Oregon non le ho mai assaggiate, ma la Tonda Gentile delle Langhe sì, ed è buonissima!!!). La Stewart consiglia di comprare la farina di nocciole nei negozi di specialità alimentari oppure on line (io l'ho trovato in un supermercato ben fornito dopo un pò di ricerche), altrimenti si può fare in casa, con un robot da cucina, riducendole alla consistenza della farina di mais, ma non in pasta. Io vi consiglio di cercare proprio la farina, perchè in casa non si riesce ad ottenere lo stesso risultato, e si rischia di far uscire l'olio che le nocciole contengono. Inoltre, la farina si amalgama meglio agli altri ingredienti. Ma se proprio non la trovate, unite un pò dello zucchero degli ingredienti indicati nella ricetta quando le macinate, vi aiuterà ad evitare l'inconveniente.
Sul libro, le dosi e/o le dimensioni, sono indicate nelle misure americane: cup, ounce, inch... Così come le temperature del forno, che sono in°F. Per comodità vi riporto le dosi già convertite, ma se vorrete una tabella di conversione, basta chiedere, perchè c'è qualcuno che ha fatto un gran bel lavoro per noi...!!!

Cosa propongono le altre Starbookers girls...?

- Menu turistico, recensione del libro e Blueberries Pancakes
- Arabafelice la Classic Potato Salad
- Le chat egoiste con la Mile-high apple pie
- La Apple Pie di Mary Pie con i Petti d pollo grigliati con glassa speziata alle pesche
- La Gaia celiaca con il Peach and bluberry cobbler
- Andante con gusto con il Meat loaf with mashed potatoes
- Vissi d'arte e di cucina  con l'Alexis' Egg Salad Sandwiches
e la new entry Emanuela:
- Arricciaspiccia con il Fried rice with shrimp and snow peas




tra parentesi le mie note

Ingredienti per 24 biscotti circa ( io ne ho ottenuti 32-34)
113 g di burro morbido non salato (ne ho messo 115 g)
95 g di zucchero
150 g di farina 00
96 g di farina di nocciole tostate (ne ho messo 100 g)
½ cucchiaino da tè di sale grosso (io l'ho pestato un po' prima di utilizzarlo)


Preriscaldare il forno a 175°C. Ridurre a crema il burro con lo zucchero, utilizzando un mixer elettrico a velocità medio-alta, finchè sarà chiaro e soffice. Saranno necessari 2-3 minuti. Aggiungere la farina, la farina di nocciole e il sale. Amalgamare finchè avrete ottenuto un impasto. L'impasto può essere conservato, ben avvolto nella pellicola per alimenti, in frigorifero per un giorno, o in congelatore fino a 3 mesi: scongelarlo in frigorifero prima di utilizzarlo.
Con l'impasto ottenuto, formare delle palline di 2,5cm circa di diametro ciascuna, e trasferirle su delle teglie da forno (con carta forno), distanziandole 5cm circa una dall'altra. Premere le palline con i rebbi di una forchetta per appiattirle (per le prime palline ho fatto come dice la Stewart, poi ho preferite schiacciarle prima, leggermente, con il palmo della mano. Così facendo, secondo me, il risultato migliora, sia alla vista che in cottura). Cuocere finchè i bordi saranno dorati, girando la teglia a metà cottura. Serviranno 12-15 minuti di cottura. Trasferire le teglie su una gratella e far raffreddare completamente (io ho aspettato che si raffreddassero un pò, poi li ho trasferiti subito sulla gratella). I biscotti si possono conservare, in un contenitore a chiusura ermetica, fino a 3 giorni (per me anche qualche giorno in più).
Note personali. I biscotti sono deliziosi, meglio ancora se mangiati il giorno dopo. Le indicazioni date dalla Stewart sono precise e corrette: che bello! Io ho ottenuto un numero maggiore di biscotti, forse le mie palline erano un pò più piccole delle sue. Non è indicato il riposo in frigorifero prima di infornare i biscotti, giustamente (a meno che non ci sia un caldo torrido, ma a quel punto io non userei neanche il forno!). Io ho dovuto farlo con la prima infornata, perchè avevo la lavatrice che andava e non potevo accendere il forno... ma così facendo le palline si induriscono un pò e quando si va a schiacciarle con la forchetta, la forma non viene perfetta. La prossima volta vorrei provare a ricoprire qualche biscotto con del cioccolato, saranno ancora più buoni....!

venerdì 5 ottobre 2012

Risotto alla zucca con Montasio e nocciole

Il calendario dice che ormai siamo nella stagione autunnale, anche se qualche sprazzo d'estate ancora si vede, e si sente! Con l'autunno, per me, inizia anche la stagione dei risotti. Il risotto richiede cura nella preparazione, non ci si può distrarre, perchè bisogna coccolare la cottura... Ed è proprio per questo motivo che d'estate li preparo poco (con la rovente estate di quest'anno ancora meno!), tranne quando sono in montagna e, magari, ho a disposizione dei bei funghi appena raccolti... Ma l'autunno è anche tempo di zucca, colorata, allegra e buona... E siccome mi era rimasta un pò di zucca dopo la preparazione della Pasqualina, così ho deciso di preparare un risotto....



Ingredienti per 2 persone

160g di riso Carnaroli
100g di zucca a pezzetti (già pulita)
1 scalogno piccolo tritato finemente
40g di burro + quello per la mantecatura
20g di Parmigiano grattugiato
40g di Montasio Dop semistagionato grattugiato
una manciata di nocciole tritate tostate e tritate
brodo vegetale (q.b. di solito vado "a occhio", ma dovrebbero essere necessari circa 750ml 1 lt.)
una decina di foglie di salvia fresca
sale e pepe q.b.

Rosolare appena lo scalogno con 20g di burro, in un tegame di 18-20cm di diametro (sarebbe meglio una risottiera in rame, se l'avete) d'acciaio a fondo spesso e su fuoco medio basso. Unire la zucca, foglie di salvia, e cuocere per 10 minuti circa, coperto, aggiungendo poca acqua se necessario. La zucca dovrà risultare morbida. Eliminare la salvia, versare il riso e tostarlo. Versare il brodo bollente, poco per volta, e mescolare. Non versare il brodo finchè il precedente non sarà stato ben assorbito dal riso. Mescolare e portare a cottura, aggiustando eventualmente di sale e pepe. Per il Carnaroli, di solito servono 18-20 minuti di cottura, in base alla qualità del riso. Mentre il riso cuoce, friggere in un tegamino le restanti 6 foglie di salvia, con 10g di burro, finchè saranno diventate croccanti. Scolare e asciugare su carta assorbente da cucina. Togliere il riso dal fuoco e mantecare con il restante burro, il Parmigiano e il Montasio. Coprire e far riposare 2 minuti. Impiattare con un coppapasta e decorare con le foglie di salvia fritte e le nocciole grattugiate.
Buon appetito!

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